De Franceschi: "Il Venezia ha un'identità chiara e forte, Zanetti non lo scopro io"

15.10.2021 13:30 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
De Franceschi: "Il Venezia ha un'identità chiara e forte, Zanetti non lo scopro io"
TuttoVeneziaSport.it
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Ai microfoni de La Nuova Venezia Ivone De Franceschi ha parlato della gara di lunedì tra Venezia e Fiorentina, queste alcune delle sue dichiarazioni: «Il Venezia deve trarre la sua forza nel pubblico e nel Penzo, che dovrà diventare il valore aggiunto per la squadra di Zanetti. La squadra di Italiano, in questo momento, credo sia la vera rivelazione del campionato. Gioca bene e ha una identità, un allenatore bravo e giocatori di alto livello. D'altro canto il Venezia l'ho visto a San Siro e poi in televisione contro il Torino. Ho la sensazione che sia una squadra che sa esattamente cosa deve fare, con una sua identità chiara e forte. Zanetti non lo scopro io, dopo l'ottimo lavoro che ha fatto in B. Normale che molti stranieri richiedano tempo per ambientarsi anche alla categoria. Ma c'è la netta possibilità che l'allenatore possa incidere su allenamenti e preparazione fisica. E poi c'è pure l'aspetto alimentare. Bisogna abituarsi alla nostra cultura fatta di un calcio con enorme pressione. Qui tutte le partite sono difficili, non come in altri campionati, e il Venezia dovrà dare sempre di più per prendere punti. Ma è una squadra che gioca, è propositiva e che non si difende e basta. Non mi ha impressionato qualcuno in particolare, ma risalta l'organizzazione di una squadra che sa cosa deve fare e come. Lo scorso anno vidi un grandissimo Ceccaroni in B, e deve confermarsi. Ora ci sono tanti giocatori che sono pure delle scommesse, bisognerà giudicarli dopo il girone di ritorno». Intanto in città cresce la passione e il tifo. «Nel 1998-99 il pubblico fu la nostra arma in più per la salvezza. Ricordo la Curva Sud enorme e piena, una bombonera. Iachini prima delle partite diceva che l'acqua attorno a Sant'Elena doveva ribollire. E il Penzo era un catino caldissimo, ci diede un enorme aiuto. Per una provinciale, il fattore campo e l'ambiente danno una mano eccezionale»