LE ALTRE - Cittadella, Marchetti: "Non c'è mai la capacità di accantonare il proprio tornaconto personale in funzione dell'interesse generale"

19.04.2020 20:45 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
LE ALTRE - Cittadella, Marchetti: "Non c'è mai la capacità di accantonare il proprio tornaconto personale in funzione dell'interesse generale"
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In esclusiva per TuttoB.com, Stefano Marchetti, direttore generale del Cittadella, ha parlato della situazione del calcio in piena emergenza Coronavirus. Il DG ha sottolineato diverse criticità, come in primis quella relativa a quanto previsto dal protocollo sanitario per la ripresa dei campionati: "E' difficile... Non credo che tutte le società abbiano centri sportivi idonei a garantire il rispetto delle regole di distanziamento sociale imposte dall'emergenza coronavirus... Un conto è avere Milanello, Interello o la Continassa, un altro è non possedere strutture adatte. La fattibilità andrà verificata caso per caso. Campo neutro? E' un'idea. Ovviamente giocare in casa o in campo neutro non è la stessa cosa. Oggi però è difficile dire cos'è giusto. Si cerca di trovare la soluzione migliore per portare a termine il campionato, anche a porte chiuse, perchè è nell'interesse del sistema finire. Fermo restando che prima di tutto c'è la salute da tutelare".

Il CONI è stato molto duro nei confronti delle mosse che sta attuando il calcio in questi giorni: "Perchè ognuno pensa al proprio orticello, agli interessi di bottega. Non c'è mai la capacità di accantonare il proprio tornaconto personale in funzione dell'interesse generale. Così succede che chi sta per retrocedere non vuole tornare a giocare perchè spera di ricavare benefici da una situazione ormai compromessa. E' la mentalità che è sbagliata. Confesso di essere abbastanza pessimista perchè prevedo un periodo di grande difficoltà economica. Sarà un calcio 'particolare', poi piano piano torneremo alla normalità. Di sicuro quello che è successo ci resterà dentro per sempre. Magari apprezzeremo molto di più il pubblico, così come qualche polemica che prima poteva infastidirci e oggi manca. Abbiamo capito l'importanza del pubblico. Giocare con gli spalti vuoti è triste e insipido. Anomalo. Chiaramente per un po' dovremo adattarci. Solo quando gli stadi si riempiranno, tornerà il calcio vero".