Harakiri del VeneziaMestre!

30.10.2019 13:02 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Harakiri del VeneziaMestre!

Peccato. Un vero peccato. Ma se fosse possibile paragonare una squadra di calcio ad una casa, questo VeneziaMestre assomiglierebbe ad una graziosa villetta in fase di costruzione della quale si possono intravedere le potenzialità, l’idea di fondo, la cura del dettaglio, ma che dentro di sé nasconde un problema strutturale, delle fragili fondamenta che rischiano di far crollare l’intero progetto.

La serie b è un campionato difficile ed equilibrato. L’abbiamo scoperto soprattutto l’anno passato quando con una squadra da ultimo posto siamo riusciti miracolosamente a giocarci il playout farsa. Lo stiamo scoprendo in queste settimane con una rosa completamente rinnovata capace d’imporre la propria filosofia su ogni campo. Ma la sconfitta di ieri sera è tanto dolorosa quanto inaspettata per ciò che si era visto in campo prima del tragico quarto d’ora finale. Questione di centimetri, quelli che hanno separato prima Bocalon e poi Aramu dal tocco decisivo per il raddoppio che avrebbe chiuso il match. Un match giocato da grande squadra per la maggior parte del tempo, con un possesso palla preciso e veloce fino alla trequarti dove però si è spesso inalberata la manovra arancioneroverde. Con un Pordenone arroccato nella propria metà campo non era facile per i ragazzi di Dionisi trovare i varchi giusti, in particolare quando il difetto di incisività e precisione nell’ultimo passaggio si faceva più evidente. Difficile dire se fossero i cross ed i suggerimenti di Zuculini e compagni ad essere sbagliati o i movimenti stessi dei due attaccanti a mancare di tempismo, ma il risultato è comunque quello di una squadra che concretizza in minima percentuale la mole di gioco creata. Ma se il primo tempo ha insegnato al VeneziaMestre dove ricercare i punti deboli friulani, il secondo ha visto l’Unione premere con maggior intensità e cattiveria, complice l’ottimo esordio stagionale di un Suciu già in buona condizione.  La rete del vantaggio dello squalo Capello ha portato meritatamente in vantaggio i padroni di casa che sembravano a quel punto padroni del campo. Un eccezionale Fiordilino in versione Tonali ha reso la manovra accurata e diligente, le sovrapposizioni puntuali a strappare applausi dalle tribune, gli alleggerimenti spesso controllati dalle zuccate di Bocalon a far salire la squadra. In poche parole la squadra c’era. Ma in pochi minuti si è capito quale sia il vero punto debole di un team che dovrà lavorare parecchio per risolvere la matassa. Ovvero che quella lagunare è una squadra che non può mai permettersi di abbassare troppo i ritmi, arretrando il baricentro e scoprendo quel tallone d’Achille chiamato difesa. La prestazione di Ceccaroni per esempio disegna un trend in crescita per il giovane terzino, impeccabile in fase di chiusura ma chiaramente poco propenso alla spinta. Ma sono i centrali a preoccupare maggiormente la tifoseria arancioneroverde. Se capitan Modolo sembra aver bisogno di un leader al suo fianco, orfano di Domizzi, Cremonesi palesa ancora una volta evidenti limiti di concentrazione in marcatura che costano al VeneziaMestre punti pesantissimi. L’ennesima rete subita su calcio da fermo è un insulto al lavoro di tutto lo staff veneziano, dimostrando uno strutturale problema endemico quando ben tre giocatori neroverdi si son trovati liberissimi ad un passo dal portiere. Un Lezzerini che inoltre conferma la sua pessima propensione a schiodarsi dalla linea di porta, facendosi trovare perennemente in ritardo sul gioco aereo ed attestando una cronica mancanza di comunicazione col suo reparto. La rete della sconfitta è il perfetto riassunto di tutto ciò.

Fa male. Inutile negarlo. E fa paura. Paura perché siamo una squadra molto giovane e sarà un’incognita la sua reazione se la classifica dovesse farsi pericolosa. Come dispiacerebbe non vedere questa formazione esprimersi senza quelle angosce dettate dalla posizione in graduatoria. Ma per ciò che mi riguarda questo è un gruppo che merita la piena e totale fiducia ed un ulteriore esercizio di pazienza. Lo merita per la volontà che esprime sul campo, lo esige per i momenti di grandissimo calcio che sa esprimere. E’ giusto che il popolo unionista si stringa intorno a questa creatura ed al suo mister, che avrà commesso pure degli errori, ma sembra stare gestendo tutti i ragazzi in maniera impeccabile, a testimoniarlo le sempre positive performance dei diversi innesti.

Doveva essere la partita della svolta, quella che c’avrebbe aiutato a definire la nostra dimensione. Ieri sera non è stato così, ma non significa che non lo sia definitivamente. Perché nella vita s’impara di più dagli errori che dai successi e sabato ad Ascoli abbiamo la prima possibilità di dimostrarlo.

Avanti Unione!