Pavan: "La venezianità del Venezia determinante per far capire lo spirito agli stranieri"

Simone Pavan, ex difensore tra le altre di Venezia e Sampdoria, ha parlato di Serie A e salvezza ai microfoni de La Nuova Venezia.
13.09.2021 15:51 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Pavan: "La venezianità del Venezia determinante per far capire lo spirito agli stranieri"
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

La Nuova Venezia ha raggiunto l'ex difensore di Venezia e Sampdoria Simone Pavan per parlare di Serie A e salvezza, queste alcune delle sue dichiarazioni: «Arrivai ventunenne dall'Atalanta, la maglia arancioneroverde è diventata la mia seconda pelle, ma sono sempre stato legato alla mia terra. Sette anni stupendi nel bene e nel male, ma sono stati sicuramente di più i momenti esaltanti, come le due promozioni in Serie A e la salvezza con Novellino».

I segreti per la salvezza:
«Avere un'idea di gioco chiara, e Zanetti ha sempre dimostrato di averla, avere un gruppo solido, fuori e dentro spogliatoio e campo, aiutarsi vicendevolmente. Credo che i giocatori che hanno conquistato la promozione saranno fondamentali. Rispetto al nostro primo anno di A, questo Venezia ha tanti stranieri, noi molti meno e un fuoriclasse. Lo abbiamo coccolato, fatto sentire importante, il "Chino" Recoba era di una professionalità disarmante, poi in partita dovevi lasciarlo libero. La seconda retrocessione arrivò perché c'era troppa confusione, non ho la controprova, ma senza l'esonero affrettato di Prandelli, avremmo lottato fino alla fine».

In secondo luogo:
«La venezianità del Venezia, Poggi e Collauto saranno determinanti nel far capire lo spirito veneziano anche agli stranieri».

Palermo?
«Nell'ultimo anno i rapporti con Zamparini si erano un po' deteriorati. Al termine del campionato culminato con la retrocessione, feci la promessa ai tifosi che non sarei mai andato via. Ricordo quel giorno a Pergine quando il presidente venne e ci divise in due gruppi: chi voleva lo seguisse a Palermo, e il sottoscritto non c'era, e chi no. Il sarei rimasto anche in B, il legame con Venezia e il Venezia era fortissimo, quasi indissolubile. Purtroppo quel Venezia non era in grado di sostenere gli ingaggi che avevamo, alla fine anche io dovetti lasciare Venezia e accettai la proposta del Modena in A».