Bosco dello Sport e il dibattito sull'utilizzo, Speranzon: "Non dovrà essere chiuso ed esclusivo ma aperto"

03.04.2024 17:09 di  Giovanni Girardi   vedi letture
Bosco dello Sport e il dibattito sull'utilizzo, Speranzon: "Non dovrà essere chiuso ed esclusivo ma aperto"
© foto di La Nuova Venezia

Ul Bosco dello Sport non sarà un progetto dedicato esclusivamente a Venezia FC e Reyer ma, in quanto realizzato con fondi pubblici, sarà messo a disposizione di tutte quelle società professionistiche che avranno mezzi e necessità di un impianto di medie-grandi dimensioni. Quest'oggi in edicola il Gazzettino ha fatto il punto della situazione su un progetto centrale per tutto il mondo dello sport in laguna.

Queste le parole di Raffaele Speranzon (senatore di FdL e coordinatore comunale del partito):

“Ora bisogna stabilire con chiarezza chi avrà l’onere della gestione della struttura e definire come verrà disciplinato il suo utilizzo. Bisognerà soprattutto stabilire un vincolo determinante: questo deve diventare lo stadio simbolo dello sport in città, pubblico al cento per cento e senza privilegi o preclusioni all’uso verso tutte le società sportive cittadine che partecipano a campionati professionistici di qualsiasi livello. Per tutto il Comune questo stadio è un sogno che si avvera dopo decenni e decenni di progetti, idee e proposte che poi non si sono mai concretizzate. Finalmente, grazie al sindaco Brugnaro ed alla maggioranza di centrodestra alla guida del Comune di Venezia e grazie anche al decreto firmato del ministro Piantedosi, di concerto con i ministri Fitto e Giorgetti con i quali sono rimasto in costante contatto per seguire la questione, sono arrivate le risorse per il Bosco dello Sport e quindi lo stadio. È un traguardo epocale che certamente permetterà al Venezia di utilizzare l’impianto ma, trattandosi di uno stadio che sarà realizzato al cento per cento con i soldi pubblici, l’utilizzo non dovrà essere chiuso ed esclusivo ma aperto a chiunque in futuro dovesse militare in campionati professionistici ed a costi sostenibili, ovvero proporzionati alla dimensione economica del campionato in cui militano le squadre che utilizzeranno lo stadio. Infine, in considerazione del fatto che non si tratta di una struttura di proprietà di una singola società sportiva ma, ribadisco ancora, perché costruito al 100 per cento con soldi pubblici, la brandizzazione esterna ed interna dovrà essere neutra”.

A questo, si aggiunge anche il discorso di Andrea Tomaello (vicesindaco leghista con delega allo sport):

“Non solo sono d’accordo con Speranzon,  ma l'intenzione dell'amministrazione è proprio questa. Per la gestione di stadio e arena saranno fatte delle gare pubbliche con richiesta di precisi requisiti. Ci sarà un gestore, una società o una cordata, che dovrà essere in grado di condurre gli impianti senza ulteriori costi per l'amministrazione e garantendo l'utilizzo a quelle società professionistiche della Città metropolitana che avranno le possibilità di usufruire degli impianti. Questa amministrazione applica questi criteri a ogni impianto e ha come obiettivo la costituzione di una rete di strutture sportive di varie dimensioni, a seconda delle necessità e delle dimensioni delle varie società. Prendiamo i palazzetti: andiamo dalle palestre a strutture più grandi come il nuovo palasport di Favaro, per passare al Taliercio e alla futura arena del Bosco dello sport, dove ospitare non solo eventi sportivi. Per gli stadi manterremo la funzionalità del Penzo anche dopo la costruzione del nuovo impianto di Tessera e riqualificheremo il Baracca di Mestre rendendolo adatto alla serie C, garantendo circa 2mila posti”.

Nella discussione si aggiunge anche Michele Zuin (assessore al Bilancio di FI):

“Quello che dice Speranzon è esattamente quello che è nelle nostre volontà, in prospettiva della futura gestione. È chiaro che quegli impianti servono a garantire la crescita e la solidità delle due maggiori società sportive della città, Venezia e Reyer, ma è altrettanto certo che la logica dell'operazione guarda a tutto il territorio metropolitano. Nessuna "brandizzazione", non sono impianti di propprietà di una singola società. È non mi fermerei a pensare solo a un utilizzo sportivo. Stadio e arena potranno ospitare anche altri eventi che contribuiranno alla loro sostenibilità “.