ESCLUSIVA- Carnasciali: "Il Penzo è unico, stadio non va sulla terraferma"

12.06.2020 14:24 di  Giuseppe Malaguti  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA- Carnasciali: "Il Penzo è unico, stadio non va sulla terraferma"

Daniele Carnasciali, classe 1966, ha giocato da terzino destro due stagioni nel Venezia dal 1998 al 2000.

La prima stagione, quella del 1998-99, per gli arancioneroverdi rimane per certi versi memorabile. Dopo un avvio a dir poco difficile, solo due punti nelle prime 8 giornate, arriva la prima vittoria al Penzo con la Lazio. Poco dopo, alla 12° giornata, il primo successo in trasferta al Sant’Elia con il Cagliari, ma la squadra di Alfredo Walter Novellino in tutto il girone d’andata stenta nel gioco e nei risultati. Poi un girone di ritorno clamoroso grazie anche ad un mercato invernale sontuoso con l’approdo in laguna dell’uomo da Montevideo che risponde al nome “Chino” Alvaro Recoba arrivato in prestito dall’Inter che, a suon di gol in coppia con Pippo Maniero, diventano due armi devastanti per tutte le avversarie. Al termine del campionato il Venezia si piazza all’undicesimo posto. Alcune partire rimangono memorabili e nel cuore dei tifosi: il giorno della Befana, alla 15° giornata ovviamente al Penzo, la straordinaria rimonta con l’Empoli avanti 2-0 con la doppietta di Re Artù Arturo Di Napoli; gli uomini di Novellino con Fabian Valtolina e due volte Filippo Maniero ottengono una vittoria fondamentale per 3-2. La vittoria per 3-1 con la Roma, allenata da Zdenek Zeman e con un giovane Francesco Totti, con i soliti Recoba e Maniero protagonisti del match. Il 4-1 con la Fiorentina di Giovanni Trapattoni e Gabriel Omar Batistua che lottava per il titolo con tripletta di Recoba e, alla penultima di campionato, il sonoro 3-1 proprio all’Inter. 

I ricordi e le sensazioni di Daniele Carnasciali:

“Devo dirlo è stata una stagione particolare, probabilmente una della più belle che ho vissuto da giocatore. Alla fine del girone d’andata ci davano tutti per spacciati e già retrocessi, avendo raccolto pochissimi punti. Poi un girone di ritorno straordinario quasi da Champions League. La seconda parte del campionato è stata una cavalcata incredibile; a San’Elena abbiamo vinto partite con grandi squadre come Fiorentina e Inter. Giocare al Penzo è stato qualcosa di unico e spettacolare. Solo il fatto di arrivare allo stadio, dalla laguna con il motoscafo, era una cosa unica al mondo e poi un impianto piccolo, una sorta di catino che spingeva molto, con una tifoseria calda. Uno dei momenti che ricordo bene nel mese di novembre, tornando a parlare del girone d’andata, è quando perdemmo male una partita in casa. La domenica sera il Presidente Maurizio Zamparini aveva deciso di esonerare il mister Walter Novellino comunicandoci la decisione. Ci sentimmo al telefono io, con Beppe Iachini, Massimo Taibi, Gianluca Luppi e Pippo Maniero, in sostanza i più anziani del gruppo. Riuscimmo a convincere il Presidente a tenere il nostro allenatore e se c’era una possibilità di salvarsi lo si poteva fare solo con lui. Fortunatamente cambiò idea e si prosegui l’annata con Novellino, poi a gennaio arrivò Alvaro Recoba e riuscimmo a fare quel clamoroso girone di ritorno.”

Nella seconda stagione Novellino non è più l’allenatore, Il Presidente Maurizio Zamparini mette sottocontratto Luciano Spalletti. Ovviamente Recoba rientra dal prestito all’Inter, anche altri giocatori fondamentali, nel campionato precedente, salutano la truppa lagunare; Ivone De Franceschi va allo Sporting Lisbona, il tuttofare Salvatore Miceli approda al Napoli. Una stagione, nonostante la semifinale di Coppa Italia persa poi con la Lazio, che è un calvario e culmina con la retrocessione in Serie B.

Il difensore toscano racconta come andò:

“Perdendo Recoba chiaramente si perse tanto, ma soprattutto successe quello che non era successo l’anno prima ossia arrivò Luciano Spalletti; peraltro era stato mio compagno di squadra allo Spezia, ma mancando i risultati questa volta Zamparini non ebbe la stessa pazienza avuta con Novellino e l’allenatore fu velocemente esonerato. Arrivò Giuseppe Materazzi e poi Francesco Oddo per poi tornare nuovamente a Spalletti; tutti questi cambi ci fecero perdere dei riferimenti e anche nella rosa ci fu un via vai di giocatori in entrata e in uscita. Alla fine partimmo male e finì peggio col la retrocessione.”

Carnasciali ha giocato con tante grandi squadre, lui nato a San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo, ha disputato soprattutto cinque anni da protagonista nella sua Toscana alla Fiorentina, ma anche a Bologna e Brescia. Ci racconta quel periodo:

Il primo anno di Firenze fu brutto perché, nonostante la squadra sulla carta fosse forte, retrocedemmo, poi però la stagione successiva tornammo prontamente in Serie A fino ad arrivare, nella stagione 1995-96, al quarto posto in campionato e alla vittoria della Coppa Italia. Ho avuto la fortuna di giocare con giocatori e compagni straordinari come: Gabriel Batistuta, Manuel Rui Costa, Francesco Toldo, Francesco Baiano, Stefan Schwarz, Sono anni che non dimenticherò mai. In particolare sono legato a due persone: come giocatore a Giovanni Piacentini; c’era un’intesa perfetta, giocavamo sulla stessa fascia, quella destra. Come allenatore senza dubbio Claudio Ranieri. Sono stato con lui quattro anni alla Viola un grandissimo allenatore; però mi piace sottolineare che il mio anno migliore, dove sono cresciuto enormemente, è stato a Brescia con allenatore Mircea Lucescu.Voglio però ricordare, per averci giocato insieme un anno a Bologna e due in nazionale, sottolineare il fatto di aver avuto come compagno Roberto Baggio, per me il più grande di tutti.”

Dopo la seconda stagione al Venezia Daniele Carnasciali a soli 34 anni smette con il calcio, rimane un ricordo e un sentimento molto forte verso la squadra arancioneroverde:

Era 17 anni che giravo per l’Italia; dopo Venezia ho deciso di smettere con il calcio e tornare a casa. Ogni tanto leggo che vogliono fare lo stadio in terraferma. Io mi auguro di no perchè, anche se è scomodo, il fascino di giocare al Penzo è davvero unico. A Venezia sono stato e ho vissuto bene, un ambiente tranquillo anche durante la settimana. Quando mancavano i risultati, si lavorava comunque con serenità senza polemiche o pressioni da parte dei tifosi e per un giocatore tutto questo è fondamentale. Auguro al Venezia di tornare molto presto in Serie A.”