VeneziaMestre ad un passo dall'impresa

27.10.2018 08:45 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
VeneziaMestre ad un passo dall'impresa

Lo sport più bello del mondo. Ma anche il più doloroso. Il calcio, proprio come la vita, sa regalarti gioie inaspettate nei momenti più bui, come schiaffi imprevisti in quelli più rosei. Ma è da entrambe le situazioni che s’imparano le lezioni più importanti per crescere e ritrovare quell’equilibrio che riporta serenità e fiducia.

E’ un VeneziaMestre che lotta e soffre, parecchio, ma esce a testa altissima da Palermo, seppur i visi dei giocatori siano lunghi e delusi, chiaro simbolo di un match che sentivano in pugno ma che è sfumato proprio sul più bello. Ma è un’Unione che ci rende fieri, una squadra che si è finalmente dimostrata tale, combattendo su ogni pallone ed aggredendo gli avversari dapprima sotto il profilo atletico ed in seguito pure su quello tecnico. Ci si aspettava un seguito alla buona prestazione nel derby e così è stato; gli uomini di Zenga si presentano al Barbera con la stessa formazione di cinque giorni fa, con l’unica eccezione di Suciu nei panni di Segre. L’avvio di partita è di totale marca rosanero che schiaccia gli ospiti nei propri venti metri, non riuscendo a trovare quasi mai la giocata pericolosa. Gli arancioneroverdi si chiudono con ordine ed efficacia ma le ripartenze sono puntualmente approssimative e confuse, con un centrocampo dominato dalla maggior qualità dei siciliani. Anche la soluzione diretta verso la prima punta non trova grande successo, nonostante un battagliero Litteri resista come può nella morsa dei centrali rosanero. Il 4-3-3 veneziano è puramente teorico, con gli esterni Di Mariano e Falzerano regolarmente costretti a ritornare nella propria metà campo. Il VeneziaMestre si difende con i denti, ma il fischio di fine primo tempo suona come un gong che salva il pugile chiuso nell’angolo, dopo un finale di frazione in cui il Palermo sfiorava più volte il meritato vantaggio. La ripresa riparte seguendo la stessa trama ma gli ospiti si dimostrano ancor più compatti nelle retrovie, concedendo solamente conclusioni dalla distanza. Si fatica a fare gioco, con Schiavone che raramente rischia qualcosa di più della giocata più semplice e Bentivoglio che è troppo votato alla distruzione del palleggio rosanero piuttosto che all’inventiva. Ma proprio quando il match sembra scorrere lungo il filo della sofferenza ecco che dal cilindro spunta il coniglio giusto, ed è il neo entrato Segre a trovare dal limite la deviazione giusta per il vantaggio unionista. La rete che si gonfia ha le sembianze di un riscatto per un intero popolo, quello Serenissimo, per i mesi di sofferenza e frustrazione, per una semifinale playoff che meritava di prendere un’altra strada, per delle vicende “ultras” ancor lungi dall’essere risolte e per dei ragazzi che avevano visto i loro sforzi andare in fumo con perversa puntualità.

La partita cambia nuovamente pochi minuti più tardi, quando un’entrataccia di Trajkovski si guadagna un meritatissimo cartellino rosso, lasciando i rosanero in dieci ed i veneziani con l’obbligo di provarci fino in fondo. Gli uomini di Zenga assumono consapevolezza ma non riescono ad azzannare il match, sbandando pericolosamente in un paio di circostanze. E’ a dodici dal termine che fa la sua comparsa la nota più lieta della serata, con il diciassettenne Zennaro che prende il posto dell’ottimo Suciu, coprendo però una zona più offensiva. La personalità, nonché la qualità del giovane talento si nota soprattutto quando smarca sulla fascia l’accorrente Falzerano che ha sui piedi il match ball ma spreca tutto con un tiro cross dalla dubbia efficacia. I padroni di casa si giocano la carta Moreo e le quattro punte, e i lagunari sono costretti a rispondere con i centimetri di Andelkovic, che non sono purtroppo sufficienti per evitare il pareggio siciliano allo scadere.

E’ un colpo duro da digerire per una squadra che al netto dell’evidente gap tecnico con gli avversari aveva saputo tenere in piedi la partita attraverso grinta ed abnegazione. Ma è un segnale di compattezza e speranza il modo con cui gli arancioneroverdi escono dal Barbera quando alla vigilia avrebbero messo una firma per il punticino. Abbiamo finalmente ritrovato una squadra, in un match molto simile a quelli di Bari e di Palermo stesso nella passata stagione, quando attraverso la compattezza difensiva si riuscì a creare una solidità ed uno spirito di squadra che ci portò lontano. Una menzione speciale agli eroi che hanno accompagnato tra mille peripezie economiche e logistiche la nostra squadra in terra siciliana, meravigliosa espressione di una passione che non conosce limiti e difficoltà, quando l’amore per una maglia e due città supera ogni cosa. Sarà solo un gioco, ma è un gioco meraviglioso! Ora tutti a Cremona, la nostra squadra ha bisogno di noi! Avanti Unione!