Ecco a voi il nuovo episodio de “Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner “

12.09.2021 10:29 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Ecco a voi il nuovo episodio de “Tutti gli uomini di Paul Kalkbrenner “

EMPOLI - VENEZIAMESTRE 1-2

NON TI FIDAR DI ME SE IL CUOR TI MANCA

Apriamo in medias res, come farebbe Omero se fosse un cronista sportivo e non un poeta semimitologico vissuto presumibilmente migliaia di anni fa: primo tempo, il quarto d’ora suppergiù; la pressione di Johnsen ci fa sgraffignare un pallone ai difensori empolesi, Busio lancia Aramu che scodella in mezzo; Henry, fratello legnoso di Thierry all’anagrafe Thomas, insacca di giustezza con una spaccata da eunuco. Si esulta di rabbia: più che un gol, una liberazione, ad esorcizzare gli spettri di un inizio stagione complicato come se non più di quanto non ci aspettassimo. É l’inizio di una giornata importante, forse fondamentale della stagione arancioneroverde.

Benon, perchè a onor del vero, facendo un passo indietro, gli ingrendienti per un bel mix esplosivo c’erano tutti: una neopromossa arrivata alla promozione a suon di lacrime e sangue che neanche la riforma Fornero, una squadra giovane e rimaneggiatissima fatta quasi completamente da esordienti della categoria che fino a qualche mese fa non giocavano in A nemmeno alla playstation, un ambiente elettrico per alcune scelte rivedibili della società, e come se non bastasse due sconfitte nelle prime pur difficili trasferte di Napoli e Udine, guarnite dalla ciliegina sulla torta dei quattro scappellotti rimediati a Brescia, in amichevole, Deo Gratias. Un quadretto non eccessivamente incoraggiante, che aveva spinto i più a cospargersi preventivamente il capo di cenere in vista dell’importantissima e difficilissima trasferta toscana, sul campo di quello stesso Empoli che due settimane fa metteva a ferro e fuoco lo Stadium regalando al mondo delle splendide immagini di Pavel Nedved incazzato come solo lui sa essere.


Ma non divaghiamo. Poteva finire in tragedia, titolerebbe Mentana, invece finisce in gloria. Qualcuno, a dire il vero, ci credeva, perchè il gruppo epico cavalleresco dell’anno scorso, seppur assottigliato nei ranghi dai dardi dorati di Febo Apollo durante il mercato, nonostante tutto è ancora lì a reggere la baracca, perchè il condottiero Zanetti è sempre saldo al timone, e perchè i nuovi arrivati, sebbene non si chiamino Frank “Adone” Ribery o Lionel “Piagnetta” Messi hanno dimostrato nondimeno di possedere doti tecniche e atletiche degne di nota: il capitale umano c’è, la reazione doveva arrivare, e se il bagno di umiltà impartitoci dagli Gnari era la medicina giusta, ben venga anche quella.


Ma torniamo sul prato verde del Castellani, oggi immerso in un clima torrido nonostante la stagione. Il VeneziaMestre sotto gli occhi di un irriducibile centinaio di fioi gioca bene e capitalizza la sua superiorità con il bel gol di Thomas Henry, e questo è il primo punto di svolta della partita, il primo punto di discontinuità rispetto soprattutto a Udine. L’Empoli appare imballato: forse per il caldo o forse per via della scorpacciata di elogi post Juventus, non riesce a pungere ma soprattutto balla paurosamente sulle sortite offensive di Johnsen, detto il cecchino, ma anche in altre occasioni. Ci si chiude bene, senza soffrire e senza concedere nulla, in una trama che ricorda da vicino la squadra cinica e solida dell’ultima parte della passata stagione. Poi arriva il raddoppio, troppo facile per essere vero, troppo bello da raccontare, con il ragazzo nigeriano già idolo della curva che si fa tutto il campo palla al piede e batte Tegolina Vicario con una rasoiata sul primo palo. Se il gol di Henry era stato accolto con rabbia catartica, quello di Okereke è una festa.

Poteva finire così, e non ci sarebbe stata nessuna obiezione da inoltrare. Ma gli dei del calcio hanno voluto regalarci un ultimo sussulto con il rigore ingenuamente concesso e trasformato da Enrique Iglesias Bajrami (ma va bene così chè ce l’ho al fantacalcio) e una serie interminabile di minuti di recupero. Ma si vince, si vince bene e si vince uno scontro diretto che vale doppio. Ha funzionato tutto, dalla difesa granitica con un Caldara sopra le righe, a un centrocampo dinamico dove si distingue Busio per personalità e istinto omicida, fino ad un reparto offensivo che riesce a creare tanto seppur ancora non brilli certo per freddezza. Unica nota negativa del pomeriggio le cinque sostituzioni tutte forzate da infortuni, evidentemente un record che speriamo di non ripetere.

Ora il calendario dice Spezia, stavolta in casa, e chissà che quella casa non possa essere il rinnovato Penzo che quest’anno più che mai dovrà diventare il nostro fortino arancioneroverde dove costruire una salvezza che appare difficilissima ma non impossibile. Il nostro campionato è appena cominciato.

FORZA RAGAZZI!

IL PAGELLONE

LEZZERINI: 45 minuti passati ad ammirare le celeberrime bellezze di Empoli, come le curve sistemate alla membro di segugio a 200 metri dalla porta e la pista d’atletica che ospitò nel 1865 i giochi olimpici della Valdarno. Tanta l’emozione per la mirabile visione che la sua coscia non regge ed è costretto al cambio. AUTENTICA EMOCION voto: 6 – MÄEMPÄÄ: sembra destinato anche lui ad una giornata di serena contemplazione fino a quando un improvvido ciclista empolese non si intrufola in area, e a denti bianchissimi non resta da far altro che travolgerlo come una impetuosa passione d’amor. PIRATA DELLA STRADA voto: 6

MAZZOCCHI: memore dei bei precedenti in terra toscana, gioca un primo tempo all’arrembaggio lanciandosi all’attacco ad ogni battito di ciglia, seminando morte e distruzione intorno a sé, oltre a qualche buchetto in difesa. Gli orrori della guerra segnano il suo nobile animo e nella ripresa rientra in campo cambiato, dedicandosi all’apicoltura, alla preghiera e al giardinaggio, oltre che alla difesa dell’ordine costituito. SAN FRANCESCO D’ASSISI voto: 6,5 

CALDARA: dopo due prestazioni da film di Dario Argento, il buon Mattia torna a giocare sui livelli che lo consacrarono tra i migliori difensori del panorama italiano. Rintuzza con saggezza le velleità offensive empolesi, lasciando in tutti noi sensazioni di speranza e fiducia. SIDDHARTA GAUTAMA voto: 6,5

CECCARONI: torna dal terribile esilio sulla fascia sinistra accolto da ali di folla festanti. Piazzato in un ruolo che più si addice alle sue caratteristiche tecnico tattiche, gioca con disinvoltura formando una coppia difensiva di ottimo spessore. Bob Marley Ampadu può attendere. SARATOGA voto: 6,5

SCHNEGG: sopperisce a due piedi marchiati Ciquita con tanta corsa e una buona dose di incoscienza, che si capisce dopo un po’ essere dovuta più che ad impeto caratteriale a colpi di calore dell’afosissimo pomeriggio toscano, ben altra cosa rispetto alla frescura alpina da cui proviene. La sua faccia stravolta suscita pietà nel cuore del mister, che lo spedisce sotto la doccia all’intervallo. HUSKY voto: 6 – MOLINARO: l’usato sicuro che non tradisce mai entra a dare il cambio all’accaldatissimo collega. Partita ideale per lui, con la squadra in vantaggio che lo libera da ogni sgraditissima solerzia offensiva. Si piazza là e da là mai più si muove, tirando qualche calcione se necessario. SEMAFORO voto: 6

BUSIO: poco più che ragazzino, ti aspetti un giovincello fighettino tutta tecnica e gracilità. E invece, più che la classe cristallina e la visione di gioco, di lui la cosa che più sorprende è l’aggressività quasi estenuante con cui randella ogni malcapitato avversario. Questa si chiama personalità e il ragazzo farà strada, poco ma sicuro. GABRIELE PAOLINI voto: 7

VACCA: l’uomo che sussurrava alle donne di Benevento gioca la prima da titolare in A forse con meno estro del solito ma con tanta attenzione e puntualità. Purtroppo ha l’autonomia di un monopattino elettrico e il Mister lo deve sostituire dopo una sessantina di minuti. THE MENTALIST voto: 6 – OKEREKE: neanche il tempo di entrare in campo e si esibisce in uno strepitoso coast tu coast alla Weah, seminando avversari con l’intraprendenza di un tabaccaio napoletano prima di depositare la palla in rete. E’ già idolo. ALBERTO TOMBA voto: 7,5

FIORDILINO: anche lui sfodera una prestazione minimal di pura sostanza, lasciando l’apparenza alle balere della Bassa Romagna. Poi però è vittima anche lui della moria di cosce distrutte dall’addio di Di Mariano e deve lasciare il match quando c’era ancora molto da dare. MAGGIORDOMO voto: 6 – CRNIGOJ: gioca con attenzione senza particolari affanni, facendo lo sguardo truce e mostrando i muscoli quando gli avversari diventavano troppo baldanzosi. SPAVENTAPASSERI voto: 6

JOHNSEN: ha tutto per sfondare, classe, velocità, dribbling, agilità e per lunghi tratti è una vera spina nel fianco della difesa empolese. Ha però la freddezza sotto porta del cacciatore di Biancaneve e anche oggi si divora un gol di quelli che proprio a questi livelli non si devono sbagliare. PENELOPE voto: 6

HENRY: che giocatore che sono andati a pescare i maestri Cip&Ciop! Armadio a sette ante ma dotato di discreta mobilità, segna un gol in estirada abbastanza atipico per un Panzer tutto sportellate e lavoro sporco. Ha un’altra occasione di testa e per poco butta dentro anche quella. La moria di giocatori costringe Zanetti a tenerlo in campo tutta la partita e lui che tutti quei minuti nelle gambe non li ha piano piano si spegne. ARMADILLO voto: 7

ARAMU: torna finalmente dalla squalifica e la musica cambia fin da subito. Suo è il cioccolatino tutta scioglievolezza che Henry spiattella in rete. Purtroppo la sua coscia è la prima ad ammutinarsi e dopo neanche quaranta minuti è costretto ad abbandonare il campo. MON CHERI voto: 7 – HEYMANS: probabilmente vuole abbattere il guinness dei primati di ammonizioni consecutive e il fatto che non sia ancora stato squalificato è di per sé una notizia. Per il resto poco appariscente, da lui ci aspettiamo di più, anche se non sappiamo bene il perché. SBRODOLINO voto: 6

ZANETTI: era dai fasti della Serenissima che la laguna non aveva un simile condottiero. La sua banda suona il rock, porta a casa tre punti e, ben più importante, palate di ottimismo e fiducia in un ambiente inspiegabilmente depresso dopo due partite e una amichevole andate male. Avanti così. SEBASTIANO VENIER voto: 7,5