Avanti Unione!!!

07.05.2021 19:36 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Avanti Unione!!!

Esistono due stereotipi di tifosi arancioneroverdi. I primi, di cui orgogliosamente faccio parte, sono quelli cresciuti nel contesto di una squadra che sognava il salto nel gotha del calcio, maturati nel mito di Campilongo prima, di Alvaro Recoba poi. Quelli che hanno lottato per impedire che il nome di Maurizio Zamparini rappresentasse l’essenza della nostra città, incarnando nel capitalismo più spiccio e nel guadagno più becero le potenzialità e la passione di due intere città. Quelli che dopo tre fallimenti hanno difeso la nostra bandiera nei campi di periferia, dove i palloni si andavano a recuperare in strada ed il risultato delle partite si leggeva sui giornali il giorno dopo. Quelli che non hanno cenato dopo lo spareggio salvezza con la Salernitana e che hanno tremato dopo che Tacopina ha dato il saluto finale. Gli stessi che lottavano per un centimetro in più di arancione sulle maglie, non perché esteti della grafica sociale, ma bensì perché consci di come questa società rappresenti un popolo intero che va dal Lido a Strà, da Burano a Portogruaro. Sono la stessa gente che si sveglia all’alba per salire su quei scomodi furgoncini che li conduce a Lecce, a Reggo Calabria o a Porto Tolle con la stessa medesima passione, totalmente schiavi di una fede che supera ostacoli economici o logistici di ogni categoria. Lo stesso popolo che dopo il pareggio di questo pomeriggio è una volta di più orgoglioso di tifare VeneziaMestre.

Poi, poi ci sono gli altri. Quelli abituati a guardare calcio attraverso uno schermo. Quelli che hanno scoperto di avere una squadra della propria città solo quando la “rosea” si accorgeva di avere un insider tra le protagoniste della cadetteria. Quelli che parlano di biscotto e di una società che non ha intenzione di puntare alla serie a. Quelli che “Maleh ormai pensa alla massima serie e toglierà la gamba”. Quelli che Bocalon ce la farà perdere la serie a, ignorando la voglia e la caparbietà di un ragazzo che darebbe un rene per la causa arancioneroverde. Sono modi di vedere la vita, e modi di vedere lo zero a zero contro il Pordenone. Non ho l’arroganza ne l’ambizione di voler imporre il mio pensiero a chicchessia. Ma mi piacerebbe conoscere il  motivo per cui il nostro ristretto popolo non riesca a credere nell’ambizione di questa squadra, in questo gruppo di ragazzi che ancora una volta hanno dimostrato di saper giocare a pallone, di conoscere le regole del gioco, e di provare a crederci fino alla fine.

Cittadella, infine cinque partite che potrebbero cambiare la storia di questa società. Una società che ha palesato come la conoscenza del gioco, l’attaccamento alla maglia e la prospettiva di un futuro possano giocare un ruolo decisivo nel raggiungimento del risultato. Come si può pretendere la serie a se la città stessa è la prima a non crederci? E soprattutto come può la città non crederci quando questi ragazzi c’hanno fatto vivere la più bella stagione e la più grande espressione di calcio degli ultimi vent’anni?

D’accordo, non è stata una partita indimenticabile. Il VeneziaMestre ha controllato, illudendosi di poter portare a casa il match con il minimo sforzo. Non c’è riuscita, ma cosa cambia? Cos’è che cambia quando vedi una retroguardia talmente perfetta, con Ceccaroni alla trentasettesima partita personale senza saltare un minuto, quando Svoboda sembra l’esemplare del difensore moderno, quando Felicioli spinge e pressa senza sosta, e Taegordeau sfoggia una partita semplicemente da categoria superiore?

Certo, non funziona l’attacco. Fiordilino e Maleh girano a vuoto, Mazzocchi appare più impacciato e deconcentrato del solito. Aramu nonostante la prestazione ectoplasmatica trovi il gol vittoria, Forte combatte ma si palesa ancora indietro di condizione, mentre Di Mariano risulta in versione fumo e poco arrosto. Piovono decine e decine di palloni in area ma gli avversari in condizione disperata ribattono colpo su colpo, dimostrando come il calcio ottenga più risultati dalla testa piuttosto che dalle gambe.

Ma come si può criticare? Come si può non essere fieri di questi ragazzi? Come si può non credere in qualcosa che questa squadra pretende prestazione dopo prestazione?

Cinque. Cinque partite verso il sogno. Come si può non sentirsi parte della magia che Mattia Collauto, Paolo Poggi e Paolo Zanetti ci stanno apparecchiando? Come si può non essere pronti a giocarci questo rush finale con quel carico di entusiasmo e spregiudicatezza che questo torneo ci impone di diritto?

Stiamo vicini a questi ragazzi. Stiamo pronti a riscoprirci quel fantastico popolo che da anni è abituato a soffrire ma che finalmente è pronto a riscoprirsi unito a fianco dei nostri leoni. Siamo il VeneziaMestre. Siamo la storia di questa civiltà e l’eredità delle nostre famiglie. Siamo una storia destinata a non morire mai e la bandiera della città più maestosa dell’universo.

Avanti Unione mia!!!