Al VeneziaMestre non basta un tempo solo. Il Benevento passa al Penzo

15.09.2018 12:26 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Al VeneziaMestre non basta un tempo solo. Il Benevento passa al Penzo

Sono VeneziaMestre e Benevento ad inaugurare la terza giornata del torneo cadetto, battezzato in questa calda serata di fine estate dalla solidarietà a curve unificate per la piccola guerriera Nina , affetta da una rara malattia degenerativa e che ha visto il mondo ultras protagonista di una lodevole raccolta fondi. Martedì infatti saranno registrati gli incassi e consegnati alla coraggiosa madre della piccola, in un gesto che speriamo possa donare serenità e speranza alla famiglia. Forza Nina!

La scottatura del derby sembra assorbita dal popolo unionista che si presenta più numeroso al Pierluigi Penzo, seppur le cifre dell’anno scorso siano ancora piuttosto distanti. Buona la partecipazione della tifoseria campana per una sfida che si fatica ancora a definire da “alta classifica”.

La formazione arancioneroverde è la copia carbone di quella della stagione passata, fatto salvo l’assenza forzata di Litteri e le dolorose partenze di Audero e Stulac. Si capisce fin dall’avvio però che quella squadra ormai è uno sbiadito ricordo e quella attuale una pallida riproposizione. Le trame offensive sono macchinose e complicate, le continue palle in profondità alle spalle dei terzini campani non trovano i giusti tempi, anche perché Geijo sembrerebbe più un uomo da fascia centrale del campo piuttosto che da sgroppate. In mezzo al campo i giallorossi fanno il buono e cattivo tempo, con Bentivoglio e Pinato troppo compassati per superare l’esperienza e l’intensità degli stregoni. Le note positive arrivano dal solito Falzerano e da un brillante Di Mariano, sempre in cerca della giocata meno prevedibile. Le fasce accompagnano come possono, ma i compiti difensivi sono forzatamente accentuati dalle qualità tecniche degli ospiti. Le occasioni latitano da entrambe le parti, ma il Benevento dà l’impressione di poter colpire con maggior costanza; ed è così che al primo vero tiro in porta la partita si sblocca grazie ad una splendida azione di Bandinelli che palesa però una retroguardia veneta irriconoscibile. La linea difensiva MAD (Modolo, Andelkovic e Domizzi) infatti, ricostituitasi per l’occasione, non sembra così compatta e concentrata come c’eravamo abituati a vedere e forse proprio da qui nasce un’insicurezza di fondo che si ripercuote su tutti gli undici in campo, ma il tempo per lavorarci c’è ed il fattore condizione fisica non sembrerebbe un dettaglio da poco. La reazione arancioverde si fa sentire solamente attraverso un paio di calci piazzati ed un episodio dubbio in area campana, ed è così che in scadenza di tempo Bandinelli trova l’angolino per il raddoppio ospite. Si conclude la prima frazione con un Penzo perplesso ma una curva sud che all’unisono incoraggia i propri beniamini ad una rapida risposta.

Dagli spogliatoi si ripresenta un altro VeneziaMestre. La grinta e la rabbia che erano mancate sia a Padova che nella prima frazione si rivelano limpidamente tra le fila unioniste ed il gioco si fa più veloce e concreto. La brillante azione Di Mariano-Garofalo sull’out di sinistra libera Pinato al comodo appoggio di testa e sulla respinta di Puggioni è Geijo ha siglare l’uno a due. Nemmeno il tempo di esultare però che il Benevento dimostra i motivi della propria candidatura a strafavorita per la A, sbeffeggiando ancora una volta la retroguardia veneziana e trovando la terza rete, questa volta con l’aiuto di uno Lezzerini non apparso così reattivo. La squadra di Vecchi subisce il colpo ma non molla di un centimetro. Il mister bergamasco cambia due volte il modulo, passando prima ad un 3-4-1-2 con Di Mariano ad unire i reparti, per poi chiudere il match con un 4-2-4 disperato. Il rigore di Citro riapre il match alla mezzora, ma sulla decisione dell'arbitro pesa come un macigno il mancato secondo giallo a Maggio, apparso più che evidente. L’occasione per il clamoroso pareggio capita sui piedi del neo entrato Marsura che dal dischetto del rigore non riesce ad angolare, spegnendo in un battito i sogni unionisti.

Che ci sia da lavorare e pure parecchio è fuor di dubbio, il materiale tecnico ed umano sembra però esserci, la dimostrazione sta anche nel camaleontismo palesato nella seconda frazione, ed il recupero di Litteri sarà fondamentale per trovare quelle alternative di gioco necessarie.

Ma la cosa che preoccupa maggiormente è questo velo di negatività che circonda la nuova creatura di Tacopina; come nella stagione passata la squadra assorbì per osmosi un entusiasmo dilagante dalle due città e dagli spalti, allo stesso modo sembra farlo con una cupezza nell’ambiente che non ha alcun motivo di esistere dopo sole tre giornate. Ognuno ha il diritto, ovviamente, alla propria opinione, ma il fine ultimo dovrebbe essere sempre e comunque il bene del nostro VeneziaMestre e ci si domanda se le critiche feroci a campagna acquisti ed allenatore dopo soli 270 minuti abbiano senso di esistere. Questa squadra, questa società può avere futuro solamente se Venezia, Mestre e tutta la provincia sono unite intorno ad essa, se quell’ardore che si respira nel cuore della Sud e che non è mancato nemmeno un minuto ieri sera, sarà traboccato in ogni centimetro dell’impianto. Se il presidente archivierà la sua delusione per un pubblico in calo ed a volte desolante, ma si deciderà finalmente a capire con distacco e curiosità i motivi di tutto ciò, spostando il mirino della propria ambizione più tra i confini locali e cercando di comprendere a fondo cosa il VeneziaMestre rappresenti per tutto il popolo unionista, per i nostalgici e per chi ha deciso di guardare a Torino e Milano quando doveva scegliere di chi innamorarsi.

Siamo alla terza giornata, l’avventura è appena iniziata. Del passato dovremmo riprendere i fuochi, e non le sue ceneri. E da questi fuochi trovare la forza di reagire per mostrare al mondo perché siamo così fieri di tifare VeneziaMestre! Avanti Unione!