Adesso basta, il VeneziaMestre merita rispetto!

01.03.2023 23:33 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Adesso basta, il VeneziaMestre merita rispetto!

Ma di cosa dovrei scrivere adesso? Cosa dovrei commentare, analizzare, gioire o piangere di ciò che è successo questa sera? Ci avete tolto uno sport, una valvola di sfogo per alcuni, una ragione di vita per altri. Ci avete condannato ad assistere da un televisore, o da una tribuna dopo ore ed ore di viaggio, a qualcosa che con lo sport non ha più nulla da condividere. Che senso ha esultare ad un gol, rammaricarsi per un’occasione sprecata, quando da mesi il disegno è chiaro, palese, evidente. Speravamo che il Var avesse fatto finalmente giustizia, mai ci saremmo aspettati che invece è l’arma per incanalare i match, decidere i risultati, pilotare milioni di euro e sogni, ambizioni o speranza di interi popoli. Di cosa stiamo parlando esattamente? Qualche mese fa ci dicevate che lo zigomo gonfio di Modolo a San Siro non costituiva una prova perché i nerazzurri erano stati veloci nel riprendersi il pallone e buttarlo in rete, oggi che resistere ad un fallo subito restando in piedi e provando a segnare costituisce reato valevole di un annullamento. Due sono le cose, o siamo sfortunati all’ennesima potenza oppure l’arma che avete concesso a questa classe arbitrale mediocre è troppo letale per le loro capacità. E pace all’anima di chi credeva che nello sport e nella vita vincesse il merito, pazienza per chi al bar voleva parlare di occasioni mancate, tattiche approssimative o  sostituzioni tardive. Questo non è calcio, questo è compravendita di punti, ed io non ci sto più. Non ci sto a rodermi il fegato, a rovinarmi le serate, ad invitare gli amici a casa per condividere uno spettacolo che tanto decidete a tavolino. Ci volete in c? Volete i DeLaurentisboy in a? Va bene, ma siate onesti per una volta nella vita, anche solo per quei ragazzi che si fanno centinaia di kilometri per onorare una bandiera, un’ideale. So di chiedervi troppo per la vostra empia moralità, ma adesso basta.

Lo so, non è lo sfogo di un giornalista che comunque non sono e mai sarò, ma non so veramente di cos’altro parlare. Perché fosse finita in qualsiasi altro modo avrei potuto parlare di un’Unione sorprendentemente coriacea e compatta dopo i traumi di questi ultimi giorni; avrei potuto raccontare di un Vanoli capace di organizzare una squadra vera, corta, consapevole, grintosa, nonostante il lutto della perdita di Jajalo; avrei scritto di un VeneziaMestre reattivo, riorganizzato con logica, dove i ragazzi sembravano costantemente nel vivo del match, a dispetto di una regia tutta da inventare, dove Milanese sembra poter trovare ampio spazio e Tessman prosegue il suo percorso di crescita. Avrei parlato di un Busio che ancora fatica a palesare le sue reali capacità ma che prova a lottare in sintonia ai suoi compagni; del coraggio del mister nell’inserire Ciervo, prospetto interessante e con personalità, e Johnsen ancora troppo poco efficace. Mi sarebbe piaciuto esporvi i miei punti di vista su una difesa che ha concesso un’unica, enorme, sbavatura di Svoboda costata punto e match, e di un Pojhanpalo giocatore di categoria superiore, cecchino encomiabile dell’unica occasione possibile. Ma invece.. non resta che chiudere gli occhi e sentirsi ancora una volta derubati da un arbitraggio al limite della legalità, non solo nell’occasione determinante del gol annullato ma anche nell’arco dei 98 minuti in cui è riuscito ad invertire decine di falli (come quello ridicolo su Ellertson al 93°), rigori (su Johnsen), ignorando le perdite di tempo sullo già striminzito recupero, permettendo ad una squadra alle corde e perennemente succube del gioco avversario di portare a casa tre punti vergognosi.

Io non so cos’abbia fatto di male il nostro popolo per meritarsi un simile trattamento. Non so se valga la pena continuare a disperarsi per una stagione in cui puntualmente arriva l’episodio negativo. Non so come facciano i ragazzi a continuare a lavorare come se nulla fosse, come se tutto questo fosse frutto del caso e del destino. So solo che però va fatto, che bisogna lottare, che esiste la morbosa necessità di sconfiggere tutto questo, esplorando dentro di noi quella rabbia, quella voglia, che ci faccia trovare nell’anima il bisogno di reagire. Questo VeneziaMestre merita la serie b; non la merita probabilmente chi ha costruito una rosa che dovrà fare di necessità virtù, ma la vale una città, uno staff tecnico ed una curva che dalla sofferenza e dai soprusi è sempre riuscita a trarne la lezione migliore per fare di questo posto qualcosa che è e resterà per sempre nei libri di storia.

Avanti ragazzi, non si molla un cazzo. Avanti Unione!