Un VeneziaMestre da incubo

20.01.2024 18:37 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Un VeneziaMestre da incubo

Un vero disastro. C’è poco altro da dire. Una squadra oggettivamente assente, completamente disequilibrata, mai realmente in partita. Se a dicembre i dubbi sul vero potenziale di questo VeneziaMestre sembravano appartenere più che altro alla sfera fisica, la sfida del Marulla palesa evidenti limiti mentali di una squadra la cui involuzione inizia a farsi quasi drammatica. Prendere 4 reti da un Cosenza che non vinceva da quasi due mesi, rischiando di prenderne altrettanti, è un incubo che francamente non ci saremmo mai aspettati di vivere. Ma la cosa che più preoccupa è l’incapacità nel trovare una soluzione a dei problemi difensivi che, se prima erano da imputare a lacune e svarioni personali, quest’oggi invece riguardano un intero reparto, una catena difensiva messa a nudo da ogni incursione rossoblu. È mancato tutto all’Unione vista a Cosenza, dall’ordine tattico alla concentrazione, dalla concretezza sotto porta alla fantasia nella trequarti; tre reti subite in dieci minuti sono il doloroso sintomo di una squadra che inizia a dubitare delle proprie capacità, come se le scorie delle settimane di insuccessi avessero minato le certezze di un intero progetto. Nel calcio esistono le giornate storte, si vince e si perde, ma è un peccato vedere questo gruppo così entusiasmante fino a poche giornate fa abbandonare completamente il timone di fronte ad una squadra che oggi appariva in stato di grazia assoluta. Non sarà facile adesso riassemblare i pezzi, provare a ritrovare una quadra ad una dimensione tattica e tecnica che sembra smarrita. Se sia un fatto di motivazioni, di scarsa attitudine di buona parte dei ragazzi a lottare per qualcosa di grande, o se semplicemente alcuni elementi siano stati sopravvalutati si vedrà, ma è indubbio che qualcosa vada fatto, sia sul terreno di gioco che in questi ultimi giorni di mercato, se si vuole quantomeno provare a restare in alto. Il rientro di Idzes speriamo possa dare quella sterzata che tanto ci servirebbe, ma è tutto il livello di questo VeneziaMestre che deve alzarsi per competere con avversari che ora volano sulle ali dell’entusiasmo. La sensazione è che in questo momento manchi anche un po’ di leadership in campo, dove il nervosismo e la rabbia di questo pomeriggio non sono stati condotti verso una reazione veemente, ma piuttosto disordinata e scomposta; anche quando la partita sembrava potersi riaprire, l’Unione non ha mai dato la percezione di volerla mordere, in uno stato di costante preoccupazione. In tutto questo il silenzio del presidente dopo quello che a questo punto appare come un quantomeno avventato annuncio di nuovi soci, inizia a spaventare un popolo che pretenderebbe solamente un minimo di sicurezza. La classifica nel frattempo continua a vederci protagonisti, ma serve ambizione per restare tali, un’ambizione che passa sia dalle intenzioni di Niederauer che dalla caparbietà di uno spogliatoio che deve ritrovare la forza per guardarsi negli occhi e decidere cosa vuole fare da grande. Perché, di sicuro, il nostro sogno non finisce oggi. 

Avanti Unione.