"Storia di un'Unione", la nuova rubrica di TuttoVeneziaSport

26.10.2023 13:16 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
"Storia di un'Unione", la nuova rubrica di TuttoVeneziaSport

Volevamo ripercorrere insieme ai nostri lettori la storia del calcio lagunare dopo la fusione del 1987, così abbiamo pensato ad una serie di interviste ai protagonisti che da dietro le recinzioni della curva sud hanno vissuto quella rivoluzione epocale di cui ancora oggi portiamo l’eredità. Inizia così la rubrica “Storia di un’Unione” ed oggi vi offriremo la testimonianza di Alain Cavallaro, ex membro neroverde prima, esponente di spicco degli Ultras Unione in seguito.

Prima di tutto Alain. Se ti dico VeneziaMestre, cos’è la prima cosa che ti viene in mente?

Beh, direi la mia vita. Io da ex neroverde ho sposato la causa e l’ideale unionista ed ho messo tutto me stesso affinché diventasse un simbolo della città. A dir la verità l’inizio fu veramente difficile, ricordo che nelle prime trasferte c’era una vera “caccia al mestrino (ride ndr)”, ma poi si creò un senso di gruppo accomunato dalla rivalità verso l’avversario di giornata. Settimana dopo settimana nascevano così nuove amicizie e la nuova curva si iniziava a compattare con sempre maggior orgoglio.

Ci racconti le prime sensazioni della tifoseria dopo la notizia della possibile fusione?

Beh io, come quasi tutti, ero inizialmente contrario, ma ero molto giovane e non spettava a me il compito di mettere un veto. Le generazioni precedenti avrebbero dovuto lottare se veramente non volevano quel destino, troppo facile creare la Vecchia Guardia in seguito; ma fortunatamente, col senno del poi, hanno deciso di dare una chance alla nuova creatura ed il resto è storia.

Come nacquero poi gli Ultras Unione?

Al principio c’erano moltissimi gruppetti sparsi di tifosi, finché si decise di riunirci tutti insieme dietro lo stesso striscione. Il nuovo gruppo apolitico raccolse quindi un’ampia fetta di tifoseria, prima di spostarsi decisamente a sinistra su spinta del Bae e dei ragazzi che vivevano o frequentavano i centri sociali.

Come mai la curva accettò di tornare al nome Ac Venezia?

In realtà non lo accettò per nulla! Ricordo che andammo in sede a parlare direttamente con Zamparini, lottammo per lasciare quel nome che avevamo faticosamente accolto dopo le ruggini iniziali; purtroppo il marketing ebbe la meglio ma decidemmo comunque di continuare a portare il nome del VeneziaMestre in giro per il paese e di continuare a raccontare la nostra storia, al di là del nome ufficiale. Nelle ultime chiacchierate con il Kaos, altro membro storico della curva, abbiamo anche smesso di far polemica su chi invece, dalla tribuna e dai distinti, decida di cantare il nome Venezia, anche se per noi era e resterà sempre l’Unione.

Nonostante tutte le difficoltà e gli scontri, la curva ed i ragazzi più giovani continuano a portare per il paese il nome del VeneziaMestre; quanto sei orgoglioso di quello che avete creato e trasmesso alle nuove generazioni?

Tantissimo, è veramente splendido rivedere una curva così che ancora porta avanti la nostra fede. Le brigate lagunari, “1987” prima, sono ancora i ragazzi degli Ultras Unione al quale ovviamente sono molto legato. Alcuni mi hanno chiesto anche di lanciare i cori in balconata ma ormai son padre di famiglia.. se posso dire però non condivido tantissimo il fatto che ci siano così tanti gruppi perché poi diventa complicato gestire i cori, le trasferte, ma per ora se la stanno cavando molto bene.

Che ne pensi di chi dice che la fusione non c è mai stata, che Mestre non sia parte di questa società  e di chi invece afferma che la curva dovrebbe cantare solo Venezia per abbracciare tutta la provincia?

Credo che chi parla così sono proprio quelli che nel 1987 non hanno fatto nulla per evitare la fusione; troppo facile adesso chiedere di buttare via trentasei anni di storia e di battaglie, invece bisogna portar rispetto ad una storia sofferta ma vissuta a pieno, nata da una rivalità ma finita in grandi amicizie che hanno unito una città. Io nell’87 avevo 16 anni per cui non avevo il potere di cambiare le cose, ma poi ho lottato per questo ideale, l’ho difeso per trent’anni e non accetto che chi prima non ha fatto nulla ora venga a chiederci di cancellarlo! Per quanto riguarda Mestre c’è poco da dire, la terraferma si rispecchia praticamente al 100% in questa squadra, ormai ci son più mestrini che veneziani al Penzo ed è chiaro come questa maglia rappresenti entrambe le vecchie squadre del Venezia e del Mestre.