Permette una parola, pres?

22.01.2024 14:40 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Permette una parola, pres?
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sarà l’atmosfera fredda e buia di questo gennaio, saranno i fantasmi che da sempre contraddistinguono questa nostra travagliatissima storia, sarà, soprattutto, la voglia di avere fiducia e di sognare liberamente, ma a questo punto dell’anno e della stagione, non possiamo esimerci dal chiederle, signor presidente, era così necessaria e tempestiva quella conferenza stampa?

Non siamo di certo tanto arroganti dal permetterci di consigliare un ex Ceo di Wall Street, solamente non comprendiamo ancora quali fossero i motivi che l’avevano spinta a quelle dichiarazioni, frasi che lasciavano quantomeno intendere una svolta societaria vicina, che nuovi ed ampi orizzonti si andavano dipingendo per i colori arancioneroverdi. Ma, dietro a quelle frasi, traspariva pure una velata ma non trascurabile richiesta di aiuto, un ultimatum aziendale che alla luce di ciò che è successo, o meglio, non è successo in queste settimane non può che far alzare le antenne ad una città già sfiancata da lustri di delusioni e malgoverno. Per cui siamo qui a chiederle da tifosi, da amanti della nostra Unione, da inguaribili pessimisti, esistono oppure no questi nuovi soci che sembravano, dalle sue parole, così vicini e concreti? E soprattutto, non dovessero palesarsi a breve, il suo gruppo sarebbe in grado di reggere e magari rilanciare le ambizioni di una squadra che sta andando ben al di là di ogni più rosea aspettativa?

Ci permettiamo di chiederglielo, signor Niederauer, proprio perché a livello comunicativo la sua e la nostra società sembrava aver completamente svoltato dopo i licenziamenti delle sciagure Philipakos-Kondratenko, con l’arrivo di un direttore sportivo che ha pienamente compreso, fin dal primo momento, l’importanza di riavvicinarsi alla propria gente, l’unica in grado di spingere la barca quando ogni vento è contrario. Un Ds entrato proprio in questi giorni a pieno titolo nel Cda al posto di Cardinaletti, un segnale sicuramente positivo se letto in ottica di un progetto a lungo termine.  Per cui vorremmo solamente capire se è ancora intenzionato a fare un passo indietro, se l’apertura a nuovi soggetti internazionali sia uno step di crescita oppure una reale necessità, proprio come lo avremmo voluto sapere sulla questione bond relativi al nuovo e meraviglioso centro sportivo del Taliercio.

Da quando è arrivato qui a Venezia la tifoseria ha sempre provato a trasmetterle la nostra storia, i nostri ideali, le nostre lunghe battaglie su identità e sentimento cittadino, sfortunatamente con scarsi risultati. Stavolta però, ci permettiamo di veicolarle questo nuovo messaggio, un pensiero di una città che è troppo abituata a soffrire per ignorare un silenzio capitato proprio nel momento peggiore, con una squadra che sul campo inizia a mostrare le prime, naturali, difficoltà. Basterebbe poco, anche meno di una comparsata e qualche foto in curva sud, basterebbero due parole per confortare un popolo (e speriamo non una squadra) che ha solo voglia di darle fiducia e ricominciare a volare, insieme. Una dimostrazione d’amore che vada, anche se solo per facciata, oltre al cinico business che sta da sempre dietro a Venezia; un rilancio d’affetto che possa restituire a tutti quella voglia di sognare che ci ha portato nuovamente a lottare per qualcosa di grande. Chiarezza pres, solo questo.