Il VeneziaMestre cade nella trappola reggiana

22.10.2023 20:59 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Il VeneziaMestre cade nella trappola reggiana

Poca concretezza, pochissima esperienza, tanto nervosismo ed un briciolo di sfortuna. Così si esce sconfitti da una partita maledetta in cui non siamo stati in grado di evitare la trappola dei padroni di casa, facendoci trascinare in un match in cui di calcio se ne è visto col contagocce. A condire il tutto un arbitraggio al limite dell’ indecenza con un direttore di gara che per tutta la sfida ha cercato di farsi “perdonare” il rigore concesso agli arancioneroverdi, fischiando costantemente al contrario ogni contatto e concedendo ai padroni di casa il tipico calcio fatto di trucchetti e perdite di tempo di cui il nostro paese sa spesso esprimere il meglio, o il peggio..

Ma al di là del nervosismo respirato per tutta la ripresa, il VeneziaMestre di questa sera è apparso incapace di sfruttare una superiorità tecnica che avrebbe dovuto permetterci un palleggio diverso e più convinto. La prima frazione di gioco ha visto infatti un’Unione in difficoltà nell‘uscita di palla, con Andersen e Busio costantemente pressati dalla rocciosa mediana emiliana, mentre sulle fasce si faticava a portare la superiorità numerica che il modulo avversario avrebbe potuto offrire, ma se la fascia sinistra firmata Ellertson-Zampano qualcosina creava, dalla parte opposta ha funzionato poco o nulla, ed i palloni alle due punte diventavano merce rara. Ciononostante la squadra lagunare dava l’impressione di poter colpire, ma prima Pierini e poi Poja dal dischetto sancivano l’ufficialità di una gara maledetta. E l’ennesima marcatura ballerina sul corner reggiano ci portava ad inseguire una gara condotta per larghi tratti. Ma è proprio nel momento dell’ arrembaggio arancioverde che il tranello dei ragazzi di Nesta raggiungeva il suo apice, con Zampano che non trovava nulla di meglio da fare che protestare sguaiatamente verso un arbitro che non aspettava altro che estrarre il rosso. Peccato che pochi minuti dopo decideva di tenerlo saldo in tasca nonostante il tentato omicidio dell’ex Crngoj che nonostante i diversi tentativi concludeva la sua partita uscendo tra gli applausi. L’Unione in dieci uomini riusciva comunque a proporre una reazione corposa e convinta, ma non è proprio serata ed i tentativi finali finivano tra le braccia di Bardi. 

E fa male. Fa male perché l’Unione pur non brillando, ha dimostrato una superiorità evidente che però in questa categoria ed in queste sfide non può essere fine a se stessa. Un percorso di consapevolezza e di crescita passa attraverso il controllo dei nervi, la concentrazione nei momenti chiave, la convinzione di poter comunque invertire le sorti di un’inerzia che ti gioca palesemente a sfavore. Nessun dramma, nessun ridimensionamento. Oggi si è vista una squadra non al top di condizione, traumatizzata da una tegola settimanale di quelle pesanti, e che comunque ha tenuto gli avversari nella propria area di rigore seppur in inferiorità numerica. Reagire e ripartire, comprendere gli errori, assimilarli e correggerli, con la voglia e l’urgenza di dimostrare il prima possibile che non sarà un passo falso ad interrompere il nostro sogno. Ora è il momento di stringersi attorno a questi ragazzi e trascinarli ancor di più come questa curva e questa città sta dimostrando di saper fare.

Avanti Unione!