La forza dell'Unione

18.11.2019 19:43 di Manuel Listuzzi   vedi letture
La forza dell'Unione

Da sempre definiti come la parte “malata” del calcio. Quelli che allontanano le famiglie dagli stadi, come se impianti vetusti ed orari improponibili non avessero nessun peso.. I violenti, i criminali e gli affaristi. E svariate volte i gruppi ultras hanno fatto molto poco per contrastare questi giudizi. Una visione del calcio e dell’orgoglio territoriale non facilmente comprensibile a chi quel mondo non lo vive e non lo vuole vivere.

Ma questa volta il mondo delle curve italiane si è elevato al di sopra dei preconcetti e contraddistinto per spirito di solidarietà. Decine i messaggi di sostegno per Venezia ed i veneziani srotolati negli stadi e nei palazzetti di mezzo paese. Da Cosenza a Modena, da Foggia a Bolzano, Varese, Sassari per finire con le emozionanti parole esposte nelle curve di Padova, Treviso e Vicenza, tifoserie da sempre rivali che hanno saputo anteporre la fratellanza ed il sostegno ad un popolo in difficoltà all’astio di sempre.

Le prime enormi, straordinarie dimostrazioni d’amore sono state naturalmente quelle dei gruppi cittadini, con i Panthers, la Curva Sud Michael Groppello e gli 1987 grandi protagonisti di questa testimonianza di solidarietà. Tantissimi i ragazzi in felpa granata o arancioneroverde che si sono riversati in centro storico, fino a raggiungere gli sfortunati abitanti di Pellestrina sommersi dall’acqua granda. Gente di ogni età pronta ad aiutare ognuno come poteva il proprio popolo, per risollevare al più presto quel leone ferito dalla scelleratezza politica. Ed al loro fianco sia i gemellati vigevanesi che i “nemici” padovani e vicentini. I fioi hanno saputo dar sfoggio anche di estrema efficacia, organizzando veri e propri team delegati a svolgere mansioni diverse. Una chiara, forte ed emblematica immagine di quanto sarebbe spettacolare un tifo unito e coeso nelle nostre due città.

Una tragedia, un disastro che ha saputo però riunire un popolo unico ed indissolubile. Una sveglia per quel senso di comunità che a volte è andato perduto nei meandri di anacronistiche rivalità ed effimeri ideali. Persino un’occasione per provare a ridisegnare una città che sta rischiando di smarrire la sua naturale propensione all’ospitalità ed all’apertura, una città che in questo lutto ha la speranza di riscoprirsi viva ed indistruttibile. Non è l’acqua alta a spaventarci, ma il pericolo che la nostra storia, le nostre tradizioni, la nostra lingua possano sparire dietro l’eterna rincorsa al guadagno.

Il leone è ferito ma guarirà presto grazie al cuore di questi ragazzi che ci hanno donato una piccola, grande opportunità, quella di riscoprirci innamorati della nostra terra, della nostra Venezia.

E se una simile disgrazia ha saputo richiamare anche gente che non chiama “casa” queste isole, allora una speranza esiste per tutta la nazione.

Grazie fioi e DURI I BANCHI!